Barriere

Cosa rende le passioni e le emozioni, i vissuti e le sensazioni così forti durante la giovinezza, tali da renderli pericolosi, sconvolgenti, ma anche eccezionali e irripetibili?

E’ lo stato di sviluppo neurologico dell’età, ma è anche la mancanza di tutte quelle barriere e quei controlli che si frappongono tra noi e il mondo esterno, tra noi e gli altri.
Quando cresciamo, per paura, per mancanza di energia o per eccesso di pianificazione e controllo, cominciamo a usare delle recinzioni e degli sbarramenti che ci consentono di raggiungere delle mete e ci difendono da molti pericoli.
Questo “programma assicurativo” spesso funziona in automatico e ci evita imprevisti, sorprese e minacce, ma ostacola la comunicazione col mondo esterno e la percezione della forza vitale nostra e del mondo intorno a noi. Ciò si traduce spesso in astenia e noia, che non è solo una criticità degli adolescenti, ma anche degli adulti e degli anziani.

Quando smettiamo di desiderare l’impossibile, allora smettiamo anche di sognare e di mettere in gioco le nostre potenzialità.

Quando la pelle sottile che abbiamo da giovani diventa spesso cuoio, siamo sicuramente più protetti, ma anche più rigidi e più insensibili a tutto e a tutti, anche a noi stessi.
Innegabile che questo abbia dei vantaggi, ma anche delle perdite che ci riducono spesso a dei carri armati, vivendo un’esistenza in perenne lockdown.

Succede invece, quando abbassiamo le nostre difese, in contesti particolari di forte risonanza emotiva, che ci accorgiamo di poter vedere ancora il mondo con le tinte forti che non ricordavamo più.
I profumi diventano distinti ed emozionanti, le musiche coinvolgenti e trascinanti, le stagioni fanno ancora la differenza perché siamo con i sensi allertati.
Tutto diventa diverso quando non è scontato, quando è inatteso; tutto intorno e dentro di noi diventa importante, se percepito come irripetibile e non come una ripetizione ciclica infinita.
Magicamente cambiamo noi e cambia il mondo intorno a noi, perché il nostro atteggiamento ha una grande risonanza dentro e fuori. Percepiamo che anche gli altri modificano i loro atteggiamenti, quando sentono che li guardiamo in modo diverso.
E lo sguardo, il guardare negli occhi e lasciarsi guardare negli occhi, è una chiave essenziale per entrare in contatto, anche a distanza di sicurezza, anche con la mascherina, metafora oggi di tante barriere.
Restano infatti gli occhi, i pertugi attraverso i quali si può osservare dentro al duro cuoio.
Gli occhi bassi fanno andare veloci e ci evitano di inciampare, ma ci impediscono di incontrare lo sguardo di altre persone e altri mondi interiori.
Basta un’occhiata verso l’altro, con curiosità, per poter scorgere qualche scintilla oltre la corazza, oltre la paura, per capire che li dentro c’è un altro me.
Non necessariamente ci si può vedere qualcosa di bello, ma di sicuro si può vedere qualcosa di vero, di forte, di emozionante, più di un film o di un romanzo.

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