Quando i bambini iniziano la scuola dell’infanzia o il nido, si passa per una fase di adattamento non uguale per tutti: alcuni si adattano più facilmente, altri hanno bisogno di più tempo.

Ciò non significa necessariamente che dietro a questa difficoltà si celi chissà quale disagio e i genitori non dovrebbero temere che in base al tempo richiesto si possa giudicare la loro abilità genitoriale.

L’inserimento e l’adattamento comportano un cambiamento di abitudini e di orizzonti necessario, interessante, ma anche spaventoso, sia per il piccino che per gli adulti, e per questo è importante che il bambino abbia sviluppato le competenze psicologiche adeguate.

I bambini intorno agli 8-9 mesi sviluppano le capacità che permettono loro di riconoscere le persone familiari, distinguendole dagli estranei. In questo periodo, diventano consapevoli di non essere parte della madre, ma di essere separati da essa, con un conseguente senso di ansia, insicurezza e paura. La comparsa dell’ansia per l’estraneo e l’ansia di separazione sono fonte di preoccupazione per i genitori, nonostante costituiscano solo un momento transitorio. Ci vogliono alcuni mesi affinché lo sviluppo di nuove abilità psicologiche nel bambino, come la capacità di mantenere dentro di sé il ricordo della madre, anche quando è lontana, gli permettano di acquisire una maggiore sicurezza. Per questo, il momento ideale di inserimento al nido sarebbe intorno ai 18 mesi.

Con la scelta di inserire il loro bambino al nido o alla scuola d’infanzia, però, si scatenano tanti dubbi: i genitori si chiedono spesso se il loro bambino è pronto, se si troverà bene, se si possono fidare della struttura e degli educatori. Tutte incertezze queste che generano ansia, che il figlio può percepire come un segnale di pericolo.

Per questo, tra i consigli utili per un inserimento sereno, sottolineo l’importanza della tranquillità del genitore in merito alla propria scelta e della fiducia nella capacità di adattamento del proprio bambino, fiducia che si deve estendere anche alla sua capacità di comprendere ciò che succede: mai dire al bambino una bugia, perché per lui non sarà rassicurante avere la percezione di venire “imbrogliato”.
Essenziale è anche non essere impazienti: l’inserimento prescolare non è una gara a chi per primo riesce a “sganciare” il proprio figlio. L’inserimento richiede infatti gradualità e appunto pazienza.
È inoltre molto utile, sia per il nido che per la scuola dell’infanzia, usare un oggetto transizionale, ossia qualcosa che, rappresentando per il bambino un collegamento con la mamma, lo rassicuri e gli faccia compagnia. Può essere il suo peluche preferito o la sua macchinina.

Ma soprattutto non bisogna che il genitore si senta in colpa: l’inserimento in una struttura con educatori competenti insieme ad altri bambini suoi coetanei garantisce al bambino un’adeguata socializzazione e la necessaria stimolazione, senza la quale verrebbe a mancare una essenziale opportunità di crescita.
In altri termini, è per il loro bene.

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