Deve essere per questo che un sacco di persone sperano di modificare il mondo intorno a loro, solo volendolo intensamente.
In particolare molti si illudono di poter piegare i bambini o i ragazzi a proprio piacimento, solo con la forza del pensiero, senza prevedere un loro intervento più attivo, più coinvolgente.
Mi spiace sfatare questa illusione: con le persone, la procedura cucchiaino non funziona.
Incontro esasperati insegnanti che pretendono che i loro allievi studino una materia che loro stessi non amano.
Osservo educatori che esigono un comportamento corretto da parte degli studenti, per poi vederli ai corsi di aggiornamento passare il tempo sul telefonino o a chiacchierare con i vicini.
Trovo genitori che non hanno mai amato lo studio e si infuriano con i figli perché non hanno fatto quello che dovevano a scuola, non hanno portato a casa dei buoni voti, ma soprattutto non hanno saputo farlo in autonomia, arrangiandosi, senza alcun intervento.
Tutto questo non funziona mai perché quello che è più efficace è l’esempio con cui identificarsi, troppo spesso assente o distorto.
Siamo animali sociali e impariamo imitando, non cucchiaini che si piegano a distanza per magia.
Abbiamo anche dei neuroni, i neuroni specchio, che ci permettono di calarci nei panni dell’altro e ci aiutano a imparare da dentro, sentendo anche il suo stato d’animo. Così quello che ci viene insegnato ci entra meglio in testa se il nostro educatore ci fa sentire che quel gesto è fatto con piacere, con gioia, con sentimento.
E’ utile per questo passare all’azione e alla dimostrazione di quanto intendiamo trasmettere, con esempi pratici e specifici di come si potrebbe procedere.
Per esempio, con un mio paziente, che doveva affrontare un esame scolastico, ho proposto una gara a chi riuscisse a immaginare più collegamenti tra i vari argomenti svolti.
In questo modo gli ho fornito l’esempio del mio processo di pensiero e ci siamo divertiti per i collegamenti talvolta azzardati in cui ci lanciavamo.
Ha funzionato: l’esame è stato superato e il paziente ha acquisito metodo e interesse.
Come possiamo pretendere che una persona si applichi a qualcosa che noi non abbiamo mai fatto con passione?
Un pò come funziona nella pubblicità, che sfrutta i neuroni specchio, le persone comperano solo i prodotti che vengono associati al piacere e non all’avversione:
nessuno comprerebbe mai una bevanda che il protagonista guarda con disgusto dicendo: “Prima la bevo, prima me la tolgo dai piedi e faccio altro!”