Come affrontare i brutti voti senza perdere la motivazione e utilizzare un giudizio negativo per crescere e sviluppare potenzialità sommerse.

Le valutazioni negative diventano spesso una tragedia e uno stigma difficile da affrontare.

“Sono il voto che ho preso…”, pensano gli studenti; “Mio figlio non è stato capace!”, oppure: “L’insegnante l’ha punito!”, pensano i genitori.

Invece, finché si è a scuola, è utile pensare ai brutti voti con un po’ di positività.

Infatti, parlando con molti insegnanti, mi rendo conto che i brutti voti rappresentano spesso un giudizio sulle potenzialità del ragazzo e sul percorso che ancora si può fare: un “4” dovrebbe significare che è stato espresso solo il 40% delle capacità dello studente e c’è ancora un 60 % da sviluppare.

Da questo punto di vista, un insegnante che pretende di più dallo studente non rappresenta una crudeltà inspiegabile, ma può costituire un’attestazione di stima: mi sembra una buona motivazione per porsi in maniera costruttiva all’arrivo di voti negativi.

Certo, non è facile pensare di dover compiere un lungo percorso di crescita, ma cambiare la prospettiva può rappresentare un buon punto di partenza per i nostri ragazzi e per gli adulti che li possono sostenere in questa esperienza.

Quando invece si è più grandi, di solito non c’è un insegnante che veda le nostre potenzialità e il nostro percorso, quindi per arrivare ai nostri obiettivi saremo noi stessi a doverci infondere la fiducia e la motivazione necessaria, in mezzo a molteplici strade.

Fondamentale a qualunque età è, in ogni caso, saper scegliere:
si possono subire le decisioni e i giudizi altrui come inesorabili, un po’ come se rimanessimo sotto la pioggia senza ombrello, oppure si può utilizzarli come si usa un barometro: per decidere come vestirsi.

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