
Oggi, come ieri, porre un limite è una fatica, oltre che l’assunzione di un ruolo scomodo.
Incontro spesso adulti per i quali indicare una strada di riferimento, un muro di protezione sembra inutile / invadente / anacronistico.
Eppure dalla linea indicata si può decidere da che parte stare; dalla strada si può divergere, il muro si può oltrepassare, ma questi limiti saranno sempre lì, come punto di riferimento, in caso di smarrimento.
E invece oggi ci suggeriscono un “Why not ?”, molto tentatore, molto allettante.
E allora a dire “Perché no e basta!” ci si sente dei limitati, dei retrogradi che si ostinano a ostacolare le infinite possibilità dei nostri ragazzi.
Il limite assume così una pura valenza negativa.
Eppure per evolversi, per migliorare, è a tutti chiaro che bisogna superare i propri limiti, non ignorarli.
Tuttavia per convogliare le infinite potenzialità dell’essere umano è indispensabile incanalarle, non disperderle nel “Why not?”.
Perché una volta disperse si hanno solo due possibilità: evaporare nella noia oppure distruggere e autodistruggersi.